#throwbackthursday_agosto 2019

“L’invenzione del microprocessore fu un momento fondamentale nella storia dell’elettronica: per la prima volta era possibile costruire un computer con pochissimi soldi”

Era il 1971, quando il mondo come lo conoscevamo è definitivamente cambiato: la Intel annuncia il primo microprocessore al mondo, il 4004.

Inizia così la rivoluzione digitale: computer, server, telefonini, automobili, fotocamere, frigoriferi, radio, tv e moltissimi altri oggetti elettronici di uso quotidiano integrano un piccolo chip che rappresenta il cervello del dispositivo. E il merito di questa rivoluzione pacifica è di un italiano: Federico Faggin.
Fisico, ingegnere, inventore e imprenditore, Faggin raggiunse gli Stati Uniti per lavorare alla Fairchild, nell’ambito di un programma di scambio di ingegneri della durata di sei mesi. Nel febbraio del ’68, Faggin e sua moglie sbarcarono, in piena fioritura, nella valle di Santa Clara: la Silicon Valley era, allora, un’immensa distesa di orti e frutteti.
Da lì, l’avventura che ha portato al primo microprocessore al mondo. Poi arrivarono i suoi successori, l’8008, il 4040 e l’8080, architetture tecnologiche ognuna capace di creare il mondo che conosciamo oggi.
E tutte con le stesse iniziali incise su un angolo: una piccola doppia F, le iniziali del Leonardo della contemporaneità.

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