#smipeople_Thomas Settimi

“In genere un informatico te lo immagini come un tipo quadrato, che ragiona a codice binario: solo sequenze di zero e uno. Invece per me l’informatica si è sempre unita alla fantasia, alla capacità di costruire mondi.
Per anni il computer – il commodore 64 – è stato la mia porta di accesso a universi paralleli. Sono stato un appassionato giocatore di MMORPG – Multimedia Massive Online Role Play Game. Nel primo, il più famoso, World or Warcraft, impersonavo uno sciamano. Ci giocavo con gli amici, studiando l’identità del mio personaggio e le interazioni con gli altri. Una partita poteva durare mesi, in un intreccio imprevedibile di soluzioni che venivano fuori dalla creatività dei giocatori. È così che ho cominciato a scrivere, grazie alla mia passione per i videogiochi.
E la scrittura anni dopo è stata la chiave di accesso alla mia professione di oggi.

Erano gli anni dell’università: per guadagnare qualcosa ho iniziato a recensire smartphone per due blog di tecnologia. Da lì è scaturita la mia professione, mettendo insieme tutte le mie passioni – le parole, l’informatica, le persone – e la voglia di imparare sempre.

E come nel gioco del domino, in cui l’ultima tessera determina il movimento della successiva, è stata la necessità di continuare a imparare che mi ha portato, da pochissimo, in SMI.

Cercavo un ambiente di lavoro in cui si prestasse attenzione alla qualità delle relazioni: la sera volevo tornare a casa con la consapevolezza di aver passato il tempo non a sopravvivere ma di averlo speso nel miglior modo possibile. Con il passare degli anni impari a volerti un po’ più bene e ti rendi conto che il tempo di lavoro è tempo di vita, l’unica che hai. In SMI mi sono subito sentito nel posto giusto: i rapporti tra di noi sono fantastici, con tutti. E anche dal punto di vista tecnico, sto crescendo tanto, mentre prima mi sentivo fermo.

Se dovessi utilizzare una delle parole che amo per descrivere SMI, sceglierei questa: valore, alle persone e al tempo che si passa insieme.

E non puoi desiderare di “giocare” una partita migliore”.

THOMAS